Dalla chiesa di Santa Maria di Cintorelli, a 750 m slm, diparte la diramazione dal tratturo del Re denominato Centurelle-Montesecco che, salendo a mezzacosta lungo il versante settentrionale dell'altopiano di Navelli e costeggiando Civitaretenga e Collepietro si porta a 870 m slm.
Da qui discende velocemente a 364 m slm per poter attraversare Bussi e la valle del Tirino per poi raggiungere Castiglione a Casauria dopo aver scavalcato il forte dislivello di Colle Sorda.
Superata la vallata del Pescara, il tratturo, sale a mezza costa verso Roccamontepiano subito dopo aver attraversato Serramonacesca.
Da qui, seguendo la linea di crinale di Colle Lungo che separa l'Alba e il Iavino -affluenti del fiume pescara-, raggiunge Terranova.
Proseguendo, taglia la valle del Foro e interseca le strade di crinale e fondovalle che dalle pendici settentrionali della Maiella raggiungono la costa come la S.S. 263 Val di Foro che da Pretoro e Rapino raggiunge Fara Filiorum Petri e Vacri, la S.S. 81 che da Guardiagrele raggiunge S. Martino sulla Marrucina e Casacanditella e la strada di crinale per Filetto e Ari.
Il tratturo, poi, raggiunge i centri di Orsogna a 434 m slm e Castelfrentano per entrare, subito dopo aver attraversato il Sangro, nel territorio molisano.
In questa regione, sulle ultime propagini dei crinali tra Sangro, Trigno e Biferno, attraversa la S.S. 86 per Furci, Cupello e Vasto, la strada per Lentella e San Salvo e la S.S. 157 che da Acquaviva Collecroci, Palata e Tavenna raggiunge Montenero di Bisaccia.
Subito dopo, il tracciato punta verso il Biferno e dunque verso Collesecco dove termina subito dopo aver intersecato la strada principale del crinale tra Trigno e Biferno che da Montecilfone e Guglionesi conduce a Termoli.
Questo ramo, seppur secondario a quello di L'Aquila-Foggia, disegna una lunga fascia di territorio, segnado anch'esso la vocazione monastica del tratturo principale, inglobando nei suoi territori importanti monumenti come l abbazia di S. Clemente a Casauria in territorio pescarese, prima di entrare in quello frentano per poi puntare verso Collesecco.
Lungo il percoso � possibile scorgere, soprattutto nell'area della Majella, i caratteristici tholos, costruzioni in pietra a secco, realizzate dai pastrori transumanti, una volta raggiunto le aree stabili di pascolo, utilizzate per dare ricovero a uomini e animali.
Questa architettura in pietra della trasnumanza trae ragione nella tecnica e nell'economia dell'attivit� transumante, ma anche nella necessit� di indentificazione degli stessi pastori per i quali, seguendo le greggi nel loro spostamento periodicamente tra pascoli montani e di pianura, questi ricoveri rappresentavano un capitale fisso della loro attivit�.
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